Lo spreco alimentare sulle tavole del mondo
La quantificazione dello spreco del cibo a livello globale fornisce la misura di un paradosso insostenibile a fronte della costante crescita delle esigenze alimentari del genere umano. In Europa, la quantità di cibo annualmente sprecato ammonta a 89 milioni di tonnellate, ovvero a 180 kg pro-capite. Le famiglie europee sprecano il 25% della spesa alimentare domestica (in termini di peso). Nel mondo, il cibo; negli USA ogni anno viene “gettato via” complessivamente il 30% del cibo destinato al consumo umano, l’equivalente di 48,3 miliardi di dollari.
Il fenomeno è causato da perdite alimentari e sprechi alimentari. Le perdite avvengono principalmente in fase di raccolta e in concomitanza delle tecniche di trattamento e prima trasformazione agricolacoinvolgendo quindi la parte produttiva della filiera agroalimentare. Gli sprechi avvengono nell’ultima parte della catena alimentare, ovvero nelle fasi di lavorazione industriale, distribuzione e consumo finale coinvolgendo l’industria della trasformazione, le catene distributive e la società civile.
L’inefficienza dei processi e una diffusione sempre più ampia di costumi alimentari insostenibili causano ogni anno la perdita di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo dell’intera produzione globale destinata al consumo umano e fanno sì che solo il 43% dei prodotti coltivati risultino effettivamente disponibili per il consumatore finale.
Nel 2006, nell’Unione Europea sono state buttate via più di 89 milioni di tonnellate di alimenti, per una media di circa 180 chili a persona. Lo spreco ha riguardato l’intera filiera alimentare, dalla fase di produzione agricola allo stoccaggio, lavorazione, distribuzione, gestione e consumo finale. Sprecare il cibo è economicamente dannoso, ecologicamente sbagliato e moralmente inaccettabile, soprattutto se si considera la quantità di risorse necessarie per produrre quelle tonnellate di viveri.
Per approfondimenti: https://www.barillacfn.com/focus-on/world-environment-day/